Dal 29 novembre al 7 dicembre, tutti i riflettori del mondo letterario saranno puntati su un unico luogo: Barcellona. La città è l’ospite d’onore della Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara (FIL), l’evento editoriale in lingua spagnola più influente del pianeta.
Con un investimento di quasi due milioni di euro e uno slogan poetico, “Vindran les flors” ( I fiori arriveranno), la capitale catalana non si reca in Messico solo per mostrare la sua eredità, ma anche per presentare un modello letterario che mescola autori classici della letteratura barcellonese con nuove voci che parlano della città da nuove prospettive.
La curatrice del programma, Anna Guitart, ha selezionato una delegazione di oltre 70 autori che riflette questa pluralità. Non si tratta di un’istantanea del passato, ma di un ritratto in movimento della Barcellona letteraria di oggi, con una parità di genere e un equilibrio tra catalano e spagnolo. Il risultato è un programma con più di 100 attività che spaziano da concerti e mostre a dibattiti sulla scienza e sulla città.
Gli autori barcellonesi che parteciperanno al FIL Guadalajara e i loro libri da conoscere
L’elenco dei 70 autori riflette l’identità meticcia della città. Accanto a figure affermate come Carme Riera e accademici come Rafael Argullol, la delegazione comprende barcellonesi d’adozione che scrivono della città dall’estero, come l’acclamato autore irlandese Colm Tóibín, e autori latinoamericani residenti qui, come la cilena Paulina Flores e il messicano Jordi Soler. Questa mescolanza di punti di vista arricchisce un panorama che comprende anche la potente generazione di narratori in lingua spagnola formata da Miqui Otero e dallo stesso Kiko Amat.
Il programma catalano, da parte sua, si impegna a presentare sia autori di successo come Martí Gironell e Màrius Serra, sia voci emergenti o di nicchia che il pubblico messicano potrà scoprire. È il caso di poeti come Mireia Calafell e Adrià Targa o di narratori di grande successo di critica come Ferran Garcia e Eduard Olesti. Una selezione coraggiosa che cerca di spiegare la letteratura come un ecosistema completo: dai grandi successi alle gemme nascoste.
Per non perdersi tra tanti talenti, ecco otto nomi essenziali per capire la potenza letteraria della Barcellona che si presenta al mondo.
Eduardo Mendoza:La ciudad de los prodigios (La città delle meraviglie)
Perché leggerlo: È impossibile capire la Barcellona moderna senza Mendoza. Con questo romanzo, diventato un classico universale, inaugurerà la presenza della città al FIL. È il libro che meglio racconta la trasformazione sociale, urbana e canaglia della città tra le Esposizioni Universali del 1888 e del 1929. Un must assoluto.
Marta Orriols: Aprendre a parlar amb les plantes (Imparare a parlare con le piante)
Perché leggerlo: vincitrice del Premi Òmnium per il miglior romanzo catalano, Orriols rappresenta la forza della nuova narrativa intima. Quest’opera sul dolore e la resilienza di un neonatologo dopo una perdita improvvisa è un esercizio di precisione emotiva che ha colpito migliaia di lettori.
Kiko Amat: La vendetta
Perché leggerlo: Amat è il cronista dei quartieri, della rabbia e della cultura underground. Con uno stile che mescola la crudezza del punk alla tenerezza, Revancha è un ritratto brutale e onesto della violenza latente ai margini della città.
Gemma Ruiz Palà: Les nostres mares (I nostri mari)
Perché leggerlo: Formatasi come giornalista, Ruiz Palà si è affermata come una delle voci più solide nel recupero della memoria storica delle donne. Questo libro, acclamato dalla critica, è un omaggio alla generazione di donne che, dall’anonimato, ha fatto crescere la Barcellona operaia del XX secolo.
Javier Cercas: Soldati di Salamina
Perché leggerlo: Cercas è uno degli autori in lingua spagnola più letti e rispettati al mondo. La sua capacità di fondere giornalismo d’inchiesta, narrativa e saggistica morale è un’arma vincente. Soldados de Salamina non è solo il suo capolavoro, ma la porta d’accesso perfetta al suo universo letterario. Un fenomeno che non si è ancora arrestato.
Victoria Szpunberg: El pes d’un cos (Il peso di una cosa)
Perché leggerlo: come drammaturga e scrittrice, Szpunberg esplora i confini tra teatro e narrativa. In quest’opera porta il lettore su un terreno tanto complesso quanto universale: la cura, la malattia e le tensioni familiari. La sua partecipazione al FIL conferma la buona salute della drammaturgia catalana.
Juana Dolores: Beneïts a l’escenari del jo (Beneïts sul palcoscenico del sé)
Perché va letta: Poetessa, attrice e agitatrice culturale. Juana Dolores è l’ incarnazione della letteratura più performativa, politica e rumorosa. I suoi versi sono diretti, scomodi e brillanti, una critica feroce al sistema da una prospettiva di classe e di genere e una voce che genera sempre polemiche.
Xavier Bosch: Algú com tu
Perché leggerlo: Bosch è sinonimo di best seller in Catalogna. Con romanzi come questo, vincitore del Premi Ramon Llull, ha dimostrato una straordinaria capacità di entrare in contatto con il grande pubblico attraverso storie di amore, intrighi ed emozioni universali. Rappresenta i muscoli della letteratura popolare e la sua capacità di creare lettori.
Carlos Zanón: Carvalho: problemi di identità
Perché leggerlo: Zanón ha avuto la sfida titanica di resuscitare il detective Pepe Carvalho di Manuel Vázquez Montalbán, e lo ha fatto magistralmente. È uno dei grandi esponenti dell’odierno romanzo poliziesco di Barcellona, un genere che fa parte del DNA letterario della città. Un must per gli amanti del romanzo poliziesco.
Irene Pujadas: Els desperfectes (I difetti)
Perché leggerlo: Riconosciuta da critici e librai, Pujadas rappresenta una nuova generazione di autrici. Le sue storie sono precise, acute e sorprendenti, capaci di rivelare lo straordinario nel quotidiano. Il futuro della narrativa catalana.
Miqui Otero: Simón
Perché leggerlo: Vincitore del Premio El Ojo Crítico, Simón è il grande romanzo generazionale sulla Barcellona olimpica e post-olimpica. Con umorismo e nostalgia, Otero racconta la storia di un ragazzo che cresce con la voglia di essere un altro, trasformando la città in un altro personaggio. Il libro che meglio ha raccontato la vita di chi è cresciuto negli anni Novanta.
Oltre i libri: María Arnal e Kim, presenti al FIL
La presenza di Barcellona al FIL non si limita alla letteratura. Il programma culturale prevede concerti di Sílvia Pérez Cruz, Maria Arnal e Marcel Bagés, Queral Lahoz, Lucía Fumero e Kiko Veneno.
Ci saranno anchemostre, come quella dedicata al lavoro del fumettista Kim, vincitore del Gran Premio del Salón del Cómic. Inoltre, dibattiti e tavole rotonde metteranno in relazione la letteratura con la scienza, l’architettura e le sfide sociali della città.
In breve, come ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Xavier Marcé, questa è un’occasione per dimostrare che la letteratura di Barcellona continua a essere il miglior riflesso di una città vibrante, complessa e in continua reinvenzione.
Il FIL gastronomico: il ristorante di Barcellona che viaggerà al FIL
Anche la gastronomia barcellonese sarà tra i protagonisti del FIL di Guadalajara, con lo chef Gerard Bellver, chef di Jiribilla, come principale rappresentante. A lui spetterà il compito di ideare il menu del pranzo inaugurale, l’incontro sociale più importante della fiera, che riunisce settecento persone. Inoltre, Bellver preparerà la proposta per il Festival Gastronomico, un buffet che offrirà una selezione di piatti tipici della cucina di Barcellona presso l’Hotel Barceló durante i nove giorni dell’evento.
La scelta di Bellver è ideale, in quanto si tratta di uno chef che padroneggia perfettamente entrambe le culture culinarie. Nato a Barcellona e formatosi in templi della gastronomia come El Bulli e Arzak, ha vissuto per 28 anni in Messico, dove ha lavorato in importanti ristoranti come il Biko. Nel 2023 è tornato nella sua città natale per aprire il suo progetto, il ristorante Jiribilla a Sant Antoni, dove combina il meglio delle tradizioni catalane e messicane, rendendolo il perfetto ambasciatore di questo evento.

