
Il tentativo fallito di sgombero della Casa Orsola ha definitivamente portato i problemi abitativi sulle prime pagine dei giornali e, soprattutto, sulla bocca di tutti. Se prima gli sfratti erano processi che avvenivano all’insaputa di tutti, ora c’è stato uno sfratto di cui tutti a Barcellona sono a conoscenza e che ha riunito tutti i settori nella protesta contro la speculazione immobiliare.
Da qui l’articolo di Jaime Palomera, antropologo e ricercatore dell’Institut de Recerca Urbana (IDRA), apparso su elcritic.cat, in cui si evidenzia una preoccupante prospettiva futura: l’approvazione della legge che il PSC sta cercando di promuovere potrebbe comportare la comparsa di circa 3.000 nuove case a Barcellona candidate allo sfratto .
La legge che metterebbe 157.000 persone a rischio di sfratto
Come spiega Jaime Palomera nel suo articolo, ciò che sta accadendo a Casa Orsola potrebbe essere moltiplicato per 3.909 se il Comune di Barcellona eliminasse, come intende fare il PSC, la norma che impone di destinare il 30% delle proprietà riabilitate ad alloggi sovvenzionati.
Se questa modifica venisse applicata , riguarderebbe 3.909 edifici (circa 62.756 abitazioni) che attualmente hanno il 30% del loro stock destinato all’edilizia sovvenzionata. La caduta della regola darebbe mano libera alla speculazione edilizia, mettendo 157.000 persone a rischio di sfratto.
Questa regola non si applica gratuitamente. La sua approvazione significherebbe che il profitto potenziale di queste operazioni di compravendita aumenterebbe di 2.283,5 milioni di euro, un profitto destinato agli speculatori edilizi.
In altre parole: se il provvedimento dovesse cadere, Barcellona potrebbe diventare un paradiso per i fondi di investimento che applicano strategie come quella di Casa Orsola. Ovvero, acquistare interi edifici, sfrattare i residenti, ristrutturarli e rivenderli a prezzi inaccessibili per la popolazione locale.
Perché la regola del 30% ferma la speculazione immobiliare?

La regola del 30% è stata spinta dai movimenti sociali nel 2018 ed è stata approvata durante il mandato di Ada Colau con il sostegno di tutti i partiti tranne il PP (che ha votato contro) e il Cs (che si è astenuto). In breve, obbliga i promotori immobiliari a destinare il 30% delle abitazioni ad affitti accessibili quando costruiscono o riabilitano un intero edificio.
Il settore immobiliare sostiene che la misura rallenta la costruzione o la ristrutturazione di nuovi alloggi, ma i dati dimostrano che in città come Parigi, dove la norma è stata approvata dal 2006, lo stock di alloggi sovvenzionati è raddoppiato (in realtà, nel 2023 la norma è stata estesa al 50% di alloggi sovvenzionati in aree ad alta domanda). A Barcellona, solo nel 2024 sono stati costruiti 1.966 nuovi alloggi, 600 in più rispetto all’anno precedente grazie a questa norma.
Secondo i dati forniti da IDRA, il calo della norma significa, prendendo l’esempio di Casa Orsola, che un fondo di investimento può acquistare un immobile per 4,9 milioni di euro, sfrattare gli inquilini, ristrutturarlo e venderlo per 5,7 milioni in un anno, otten endo un profitto del 16,4% in un solo anno.
Secondo Palomera, quindi, la regola del 30% è un argine contro la speculazione immobiliare in una Barcellona che soffre gravemente la pressione di un mercato immobiliare in fuga, ed è per questo che questa regola deve essere protetta per continuare a far crescere lo stock di alloggi protetti.